A seguito delle difficoltà amministrative riscontrate da molti cittadini afghani residenti a Bologna nel percorso di richiesta della cittadinanza italiana, l’associazione Ceragh ha intrapreso nelle ultime settimane una serie di azioni mirate per affrontare e risolvere il problema. I richiedenti, arrivati prevalentemente tramite ricongiungimento familiare, si sono trovati di fronte a un ostacolo serio: la Prefettura richiedeva la presentazione di un certificato penale rilasciato del paese di origine. Tale procedura non solo era praticamente inattuabile, ma esponeva le persone a gravi rischi per la propria sicurezza personale.
Inoltre, è importante sottolineare che il regime talebano non è riconosciuto a livello internazionale come governo legittimo, e di conseguenza, i documenti da esso rilasciati non hanno valore legale o amministrativo secondo gli standard internazionali.
In risposta a questa situazione, l’associazione Ceragh ha avviato una serie di iniziative concrete: raccolta di testimonianze e documentazione, contatti istituzionali, e infine l’organizzazione di un presidio simbolico il 28 maggio 2025 davanti alla Prefettura di Bologna. Questa mobilitazione, coordinata con grande impegno da Jan Nawazi, membro attivo dell’associazione, ha avuto un impatto significativo a livello locale.



Come prosecuzione di questo impegno, il 19 giugno 2025 si è svolto un incontro ufficiale presso la Prefettura di Bologna tra una delegazione dell’associazione Ceragh e le autorità competenti. Hanno partecipato: Aqelah Hossain Dad (Nazari), Farzana Ebrahimi, Jan Nawazi e Aziz Soltani. Per il Comune di Bologna era presente anche la funzionaria Erika Capasso. L’incontro si è tenuto alla presenza del Prefetto di Bologna, Enrico Ricci, e del Capo di Gabinetto.
Durante la riunione, la delegazione ha illustrato nel dettaglio la situazione dei richiedenti afghani. Al termine del confronto, il Prefetto Enrico Ricci ha comunicato ufficialmente che per i cittadini afghani non sarà più necessario presentare il certificato penale rilasciato dal regime talebano o legalizzato dall’ambasciata afghana.
Questa decisione rappresenta un passo fondamentale e umano verso la rimozione delle discriminazioni, la semplificazione delle procedure amministrative e il riconoscimento dei diritti dei migranti afghani in Italia.
L’associazione Ceragh esprime profonda gratitudine al Prefetto Enrico Ricci per la disponibilità e il senso di responsabilità dimostrati, nonché al Comune di Bologna – e in particolare alla dottoressa Erika Capasso – per il sostegno e la collaborazione.
Continueremo il nostro impegno per la tutela dei diritti dei migranti e per l’eliminazione degli ostacoli burocratici e sistemici che ancora oggi limitano l’accesso equo ai percorsi di cittadinanza.